Il lavoro non si è fermato per le aziende del gruppo Boffi. La produzione è in pieno corso, per rispettare i tempi di consegna degli ordini raccolti nei mesi scorsi. Il gruppo amministrato da Roberto Gavazzi ha adottato tutte le misure di sicurezza necessarie per la tutela della salute dei lavoratori, fatto ampio ricorso allo smart working e ora cerca, nei limiti del possibile, di sfruttare l’emergenza per rivedere alcuni aspetti organizzativi che in passato non erano mai stati affrontati. Quanto ai nuovi ordini, racconta Gavazzi: “Tutto ora si sta fermando, in particolare l’Italia è bloccata e dal mondo occidentale arrivano forti segnali di rallentamento. L’Asia invece, avendo subito anticipatamente il colpo, mostra segnali di risveglio”.
Come state vivendo questi giorni così difficili?
La situazione presenta molte sfaccettature. Questa settimana siamo giunti a un provvedimento finalmente definitivo, ed è un buon passo: sappiamo infatti, da punto di vista normativo, cosa ci aspetterà per le prossime due settimane. E siamo più speranzosi che, con queste misure, il numero dei contagiati in Italia e in Lombardia dovrebbe iniziare a scendere nell’arco di 3-4 settimane. In azienda lavoriamo, perché abbiamo commesse sufficienti per andare avanti diverse settimane, anche in assenza di una nuova raccolta d’ordini. Operiamo al 100% della capacità, rispettando le misure di sicurezza/protezione con sorveglianza rafforzata. Il personale d’ufficio lavora perlopiù da casa.
Sarà l’occasione per una riorganizzazione interna, una volta cessata l’emergenza?
Volendo cercare una parte positiva di questa situazione così difficile, abbiamo individuato tre cose. La prima è che finalmente c’è tempo disponibile per fare quel che, travolti dalle necessità quotidiane, non riusciamo a seguire. Mi riferisco all’analisi dei costi, alla revisione organizzativa, a tutto quel lavoro di coordinamento che anticipa lo sviluppo di modelli innovativi. La seconda è che stiamo imparando a lavorare molto più da remoto: telefono, conferenza, skype etc. E il ricorso allo smart working ha offerto notevoli risultati in termini di efficienza, contribuendo a migliorare la produttività del personale. Terza cosa: guardando con la lente di ingrandimento il superfluo, scopriamo che c’è n’è davvero tanto. Mettendo in pista adeguati interventi, riusciremo a migliorare il nostro modo di fare impresa.
Tornerà tutto come prima?
Molti parametri della nostra esistenza sono destinati a cambiare. Quest’emergenza segnerà tutti, perché ci saranno famiglie in difficoltà, persone che perderanno i propri congiunti. Quando tutto sarà risolto, emergerà il desiderio di migliorare la qualità della propria vita, in un mondo con meno sprechi, con più qualità. Ne usciremo profondamente toccati, ma con una miglior organizzazione dei valori nella nostra testa. E nel settore dell’arredo, chi progetta bene verrà probabilmente privilegiato.
Sarà la Cina a dettare i tempi della ripartenza?
Dalla Cina stiamo ricevendo manifestazioni di affetto molto significative, che ci fanno sentire ancor più colpevoli per quel in Italia si è detto all’inizio su di loro. La ripartenza sarà da lì e credo che, come tutti noi, anche il cinese uscirà dall’emergenza coronavirus più maturo, con una gerarchia dei valori ben diversa dal recente passato. I cinesi ragioneranno molto di più sui consumi. Le aziende, pertanto, dovranno essere ancora più brave nel valorizzare ciò che realizzano.
Siete in grado di stimare un budget per il 2020?
Attualmente è impossibile. Possiamo ipotizzare una ripartenza molto dinamica, perché ognuno di noi vorrà dimostrare di uscire ancora più forte da questo momento. Uno stop a livello produttivo in Boffi non c’è stato, e mi auguro che ci possa non essere nelle vendite. Speriamo di poter ripetere i risultati del 2019, chiuso tra 96 e 97 milioni di euro, con qualche punto percentuale di crescita sull’esercizio precedente.
Tra colleghi del mobile, vi sentite più spesso in questo momento?
Sì, c’è più collaborazione e quando si costruiscono rapporti umani di qualità, in genere si mantengono nel corso del tempo. Poi tornerà un po’ di sana competizione, ma anche in questo caso mi auguro che l’emergenza possa essere la buona occasione per mantenere una visione più saggia e meno interessata, da parte di tutti noi.
Pambianco Daily 13/03/2020